Oggi è scomparso Enrico Gasperini, uno dei pionieri della cultura digitale in Italia.
Sono passati quasi 35 anni da quando tu, Alberto e Davide vi esercitavate al centro di calcolo dell’Università dove, a mia volta studente, ero system manager degli Onix che miracolosamente facevano lavorare 8 postazioni con un processore che oggi farebbe ridere.
Ogni computer aveva un hard disk di soli 20 Mega e doveva contenere sia Unix che i dati di almeno 80 studenti. Quindi scrivevo delle procedure in shell che ai attivavano alla notte cancellando i files temporanei e comprimendo tutto il resto. Alla mattina ti toccava decomprimere i files e a volte qualcuno pure mancava.
Si scherzava e ogni tanto facevamo qualche gabola per darvi più tempo al computer, e siamo diventati velocemente amici come lo ero con altri studenti. Ma il punto di svolta che ha portato ad un’amicizia più profonda è stato quando mi hai mostrato una copia in lingua di Gödel, Escher, Bach di Douglas Hofstadter, che non era ancora stato tradotto in Italiano, poi tradotto come Gödel, Escher, Bach: un’eterna ghirlanda brillante. Fu una rivelazione, lo ordinai subito tramite una libreria universitaria e poi passammo un periodo a parlare di filosofia, di mente e di intelligenza artificiale in università o di fronte a una birra.
Mi ricordo quando mi parlavi della tua esperienza con il servizio civile. Mi raccontavi di quanto duro e umiliante fosse stato quel lavoro e di quanto allo stesso tempo ti aveva formato interiormente in termini di pazienza e perseveranza. Ti dissi che l’archetipo di Saturno si rafforza con le avversità. Nei tuoi progetti avevi una perseveranza e una chiarezze di intenzioni non comuni. E una calma per me invidiabile. Mi piace anche ricordare il periodo di lavoro con Riccardo, dove combinavamo lavoro, passioni personali e amicizia.
Da parecchi anni le nostre strade si sono divise. Ogni tanto avevo tue notizie da conoscenti comuni, come forse tu avevi le mie. Ti ho pensato diverse volte in questi anni, e mi chiedevo cosa porta le persone sui loro percorsi. Mi sarebbe piaciuto parlare ancora con te di filosofia e di intelligenza artificiale, Enrico. La tua capacità di riflessione stimolava anche la mia. Sono certo che hai acceso la mente di molte persone nel tuo intenso percorso di vita.