Mental territories

The need to colonize a territory and to own it traces back to an ancient survival instinct, that dragged on to modern times with the colonizations of other people’s lands. The new territories to be conquered are now at a mental level. The most coveted territory is now represented by having a good position in the ranking of search engines.

Mind map 130[en]

The need to colonize a territory and to own it traces back to an ancient survival instinct, that dragged on to modern times with the colonizations of other people’s lands. The new territories to be conquered are now at a mental level. The most coveted territory is now represented by having a good position in the ranking of search engines.

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Il bisogno di colonizzazione e di possesso di un territorio risale a un antico istinto di sopravvivenza, che si è trascinato fino all’epoca moderna con le colonizzazioni di luoghi altrui. I nuovi territori da conquistare sono ora a livello mentale. Il territorio più ambito è un buon ranking, un buon posizionamenti nei motori di ricerca.

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The need to colonize a territory and to own it traces back to an ancient survival instinct, that dragged on to modern times with the colonizations of other people’s lands. But the planet’s territories to be “conquered” came to an end so now, entering other people’s territory is an operation that might cause much trouble, even to the most powerful nations in the world.

If survival in terms of food and safe sheltering in the caves has now been satisfied, it doesn’t follow that the old conditioning has died down; it has only been transformed. The new territories to be conquered are now at a mental level. The most coveted territory is now represented by having a good position in the ranking of search engines. Besides from commercial reasons, although important, to be in pole position for the ranking of a certain word makes us feel like kings, although of a limited conceptual territory. We may feel like Confucius who re-defined the appropriate meanings of words. If we are recognized as authorities as far as a word or a concept are concerned, we have an undoubted power, marginal as it may be, over our small territory.

Therefore we feel at home and deeply rooted in a particular mental territory and this might become our starting springboard in the conquest of further territories. Also, being at the top of the ranking positions makes us feel in touch with the global mind, able to connect with the collective unconscious and even to influence it through the messages that appear on our web pages.

Having the control over our territory is an old instinct, just like the reproduction of our DNA. Fighting for the reproduction and protection of the progeny is one of the main factors in the making of sociality as neo-darwinists know so well. Our social identification is no longer just bound to the biological world, to the family and to the reproduction of our DNA; the way to reproduce ourselves now also exists on a mental level, the place where our identities are stronger .

Stoic philosophers used to consider the world as permeated by spermatikoi logoi, seminal reasons, inseminating verbs. Various mystic philosophies consider universal concepts and the universal mind like ubiquitous entities, that are like the bricks on top of which the most complex structures are built. Millions and millions of people who everyday search for words with Google and other search engines create an image of small particles of thought condensing over Google’s computer servers and thence bounce back fertilized by new information, which in turn generate further requests.

The competition for the first places within search engines, on a spiritual level, reflects the need to be aware of universal concepts and to meet the global mind, but as this need is combined with the ego’s needs (and the financial ones), we are content with attracting visitors to our website.

See also:

Neural reflexes and reflections on meditation

Disembodying at broadband speed

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The Tibetan watch: how a spiritual teacher learned about technology in the West

Virtual worlds and Maya 2.0

Bytes and bites of the net

Computer addiction as survival for the ego

Programming and self de-programming

Metabolizing information

Is Internet empowering us?

Wireless communication and reality mining as a reflection of pervasive consciousness

Multitasking to nothing

Biotech as an information system

Virtual worlds, mirror worlds, Second Life: backing up the messed planet

Mechanisms, mysticism and Amazon Mechanical Turk

Zen archery and computers

Lifelogging

The heart of the binary code

Downloading our life on Internet

Google, privacy and the need to be seen

Personal consumer

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Il bisogno di colonizzazione e di possesso di un territorio risale a un antico istinto di sopravvivenza, che si è trascinato fino all’epoca moderna con le colonizzazioni di luoghi altrui. Ma i territori del pianeta da “conquistare” sono finiti ed entrare in territori altrui è un’operazione che può provocare parecchi grattacapi, anche alle nazioni più potenti del mondo.

Se la sopravvivenza in termini di cibo e sicure caverne è stata soddisfatta, non per questo l’antico condizionamento si è placato; si è solamente trasformato. I nuovi territori da conquistare sono ora a livello mentale. Il territorio più ambito è un buon ranking, un buon posizionamenti nei motori di ricerca. Al di là dei motivi commerciali, pur se importanti, trovarsi ai primi posti della ricerca di una certa parola ci fa sentire re, seppur di un limitato territorio concettuale. Ci possiamo sentire come Confucio che aveva ridefinito i significati appropriati delle parole. Se veniamo riconosciuti come delle autorità a riguardo di una parola o di un concetto, per quanto marginale, abbiamo un potere indiscusso nel nostro piccolo territorio.

Quindi ci sentiamo radicati e a casa nostra in un particolare territorio mentale e questo può diventare un trampolino di partenza per conquistare ulteriori territori. Stare ai vertici delle posizioni dei motori di ricerca ci fa sentire anche in contatto con la mente globale, con la capacità di connettersi con un inconscio collettivo e addirittura di influenzarlo con i messaggi presenti nelle nostre pagine web. Come il controllo del territorio, la riproduzione del nostro DNA è un istinto antico. La lotta per la riproduzione e per la protezione della prole è uno dei fattori principali nella formazione della socialità come ben sanno i neodarwinisti. La nostra identificazione sociale non è più legata solamente al mondo biologico, della famiglia e della riproduzione del DNA; il modo di riprodurre noi stessi è ora sul piano mentale, luogo dove ci identifichiamo maggiormente.

I filosofi stoici ritenevano che il mondo fosse permeato da spermatikoi logoi, ragioni seminali, verbi inseminatori. Diverse filosofie mistiche parlano di concetti universali e di mente universale come di entità onnipresenti, che sono un po’ come i mattoni su cui si costruiscono le strutture più complesse. Decine di milioni di persone che ogni giorno cercano parole su Google e altri motori di ricerca creano un’immagine di minuscole particelle di pensiero che si condensano sui computer di Google e da lì rimbalzano fecondate da nuove informazioni, che a loro volta genereranno ulteriori richieste.

La competizione per i primi posti nei motori di ricerca su un piano spirituale è il bisogno di essere consapevoli dei concetti universali e il voler incontrare la mente globale, ma essendo questo bisogno combinato con le esigenze dell’ego (e quelle del fatturato), ci si accontenta di portare visitatori al nostro sito.

Vedi anche:

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