Some may be surprised to read such a statement. Technology is natural in the sense that it amplifies the natural tendency of the mind to be continuously stimulated by external events. Introspection, meditation, and the silence of the mind are the most unnatural experiences for the ego-mind.
The “natural” evolution of the psyche creates, at best, a healthy and strong ego. Going beyond this stage requires a lot of “unnatural” work, mostly by developing an observing attitude called meditation. The tools of technology are more congenial for our minds than meditation. Through technology, we can even write about meditation in our blogs (as I also do, and yes I am aware of the paradox) and on social networks (which I avoid). By feeding the mind through every means we never risk abandoning our cherished identification with the mind’s contents.
Disengaging from the chatter of our minds is one of the most unnatural activities that humans can do. Information technology feeds our mind with information, a product that the mind loves to crunch on, and also with ideas, concepts, emotions, and beliefs, keeping the ego-mind at the center of the show.
Technology is natural for the ego-mind, the level with which humanity currently identifies. The digital-binary technology reflects perfectly the duality of the mind, where the either-or modality is reflected even in the inner functioning of computers.
The information society, as the peak of an historical process, will probably last for a shorter amount of time than the industrial one. If we follow the esoteric system of the seven bodies, the next step after the mental plane would be the awareness one, in which the mind is observed, known, and explored from the inside.
The semantic web, sometimes called Web 3.0, is the first step toward meta-information, toward a self-awareness of information that simulates, though limited on the mental plane, the observing attitude of inner exploration.
Alcuni potrebbero sorprendersi di una tale affermazione. La tecnologia è naturale nel senso che amplifica la tendenza naturale della mente di essere stimolata in continuazione da eventi esterni. L’introspezione, la meditazione e il silenzio della mente sono tra le esperienze più innaturali per la mente-ego.
L’evoluzione “naturale” della psiche crea, al più, un ego solido e sano. Portarsi oltre questo stato dell’essere richiede parecchio lavoro che non è propriamente “naturale”, soprattutto nella direzione di un’attitudine verso l’osservazione chiamata meditazione. Gli strumenti tecnologici sono più congeniali per la mente rispetto alla meditazione. Attraverso la tecnologia possiamo anche scrivere di meditazione nei nostri blog (cosa che faccio e di cui sono consapevole della contraddizione) e sui social networks (che evito). Alimentando la mente in diversi modi non rischiamo mai di abbandonare la nostra identificazione con i contenuti della stessa.
Staccarsi dal chiacchierio della mente è una delle attività più innaturali per un essere umano. L’information technology alimenta le menti con informazioni, un prodotto che la mente ama sgranocchiare, e con idee, concetti, emozioni e convinzioni, mantenendo così la mente-ego al centro dell’attenzione.
La tecnologia è naturale per la mente-ego, il livello in cui l’umanità si identifica in questa fase storica. La tecnologia digitale-binaria riflette perfettamente la dualità della mente, dove la modalità o-uno-o-l’altro viene riflessa anche nel funzionamento interno dei computer.
La società dell’informazione, arrivata al cumine di un lento processo storico, probabilmente durerà un lasso di tempo inferiore all’era industriale. Se dovessimo seguire il sistema esoterico dei sette corpi, il passo successivo al piano mentale è quello della consapevolezza, dove la mente viene osservata, conosciuta ed esplorata dall’interno.
Il web semantico, talvolta chiamato Web 3.0, è il primo passo verso la meta-informazione, verso un’auto-conoscenza dell’informazione che simula, seppur limitatamente al piano mentale, l’attitudine verso l’osservazione tipica dell’esplorazione interiore.